I was born in June.
June, for me, represents life.
It is that caress that deludes us that everything will be wonderful and that, growing up, slowly dissolves, leading us to forget that innocence that little by little abandons us and makes us adults, makes us hard and twisted like trees and leads us, day after day, to a sort of controlled madness that forces us to live more and more like in the cell of an asylum.
However happy we may be, we live locked up in our manias, in ideas and constraints that our mind builds for us, imprisoning us more and more.
And we don’t see how easy it would be to be happy.
We begin to free ourselves as we age, when our mind begins to get lost again, when we realize how much we have been missing and we return to feel free, somehow.
June is all this.
The life that deludes us and that we cannot grasp in its essence, looking within us, into ideas that will never be free from our mind and from the fear of existing.

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June è il nome del mese in cui sono nato.
Rappresenta la vita.
E’ quella carezza che ci illude che tutto sarà meraviglioso e che, crescendo, si dissolve lentamente portandoci a dimenticarci di quella innocenza che poco alla volta ci abbandona e ci rende adulti, ci rende duri e contorti come alberi e ci conduce, giorno dopo giorno, ad una sorta di follia controllata che ci costringe a vivere sempre più come nella cella di un manicomio.
Per quanto possiamo essere felici, viviamo rinchiusi nelle nostre manie, in idee e in costrizioni che la nostra mente costruisce per noi, imprigionandoci sempre più.
E non vediamo quanto sarebbe facile essere felici.
Cominciamo a liberarci invecchiando, quando la nostra mente ricomincia a perdersi, quando ci accorgiamo di quanto abbiamo mancato e torniamo a sentirci liberi, in qualche modo.
June è questo.
La vita che ci illude e che non riusciamo a cogliere nella sua essenza, cercando dentro di noi, in idee che non saranno mai libere dalla nostra ragione e dalla paura di esistere.