I was a child.
Barcodes and Euro did not yet exist, cars still had drum brakes, people smiled at each other and there were no telephones capable of doing anything other than allowing two individuals to talk between them.
But You couldn’t put them into a pocket at all.
Supermarkets were a rarity, especially where I lived, a small town near a thiny provincial capital, where at the time, life was almost like that of a country village.
It still is.
I went with my mother to the only supermarket in the area, 30 kilometers away from home, which as a child, by car, seemed like an incredible journey.
It was a French chain of stores, with many departments, from food to music.
My mother told me to take a little walk, having noticed that I was attracted by records like a bear to honey.
That world of colored covers shining on large shelves seemed wonderful to me and my eyes were immediately taken by an image that I could not decipher.
A kind of big nose, immersed in water, in blue hues, without inscriptions or anything.
It was a wonderful record that I consider one of the cornerstones of music: Meddle by Pink Floyd.
It was very expensive, I don’t remember exactly, but I was sure that if I had asked my mom to buy it for me, especially because of the attraction I felt for that cover, she would have just told me a big NO.
So, taken by an adrenaline rush of possession, I changed the price sticker with a nearby record that was very cheap and I went to my mother, happily trotting around, asking her to buy me that not so expensive vinyl I was so longing for.
I wanted to open it to better understand what that big nose was… it was moving to the back of the cover, where three circles in the water were confusing my mind even more.
My mother, given the laughable price, agreed and put it in the cart.
I spent 5 minutes of terror at the checkout, fearing that the cashier lady might notice the changed price, but it didn’t happen and I left the supermarket with Meddle under my arm, happy and more and more curious to see that cover in its entirety.
I didn’t know who Pink Floyd were and when I unwrapped the vinyl and saw them in the gatefold inside, I was very impressed by that black and white photo, especially by the reassuring looks of those four guys and the sly smile of the bearded one.
When I opened the cover and found out it was an ear under water, I was struck by the genius of the concept.
When I got home I didn’t even listen to the record and I just did it several years later.
And it was one of those moments when my mind opened up and I realized what I would like to do in life: play music and create graphic works… magick!

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Ero un bambino, ricordo che non esistevano ancora i codici a barre e l’Euro, le automobili avevano ancora i freni a tamburo, le persone si sorridevano tra loro e non esistevano telefoni capaci di fare nient’altro che permettere a due individui di parlare tra loro.
Ma non potevi infilarteli in tasca.
I supermercati erano una rarità, soprattutto dove vivevo io, una piccola cittadina vicino ad un piccolo capoluogo di Provincia, dove ai tempi, la vita era quasi come quella di un paesino di campagna.
Lo è tuttora.
Ero andato con mia madre nell’unico ipermercato in zona, a 30 e passa chilometri da casa, che da piccolo, in macchina, mi sembrava un viaggio incredibile.
Era una catena di negozi francese, con tanti reparti, dall’alimentare alla musica.
Mia madre mi disse di farmi pure un giretto, avendo notato che ero attratto dai dischi come un orso dal miele.
Quel mondo di copertine colorate su grandi scaffali mi sembrò meraviglioso e il mio sguardo fu immediatamente attratto da un’immagine che non riuscivo a decifrare.
Una specie di nasone, immerso nell’acqua, in tinte azzurre, senza scritte ne niente.
Era Meddle, disco meraviglioso e che considero uno dei capisaldi della mia musica.
Costava caro, non ricordo esattamente, ma ero certo che se avessi chiesto a mia mamma di comprarmelo, soprattutto per via dell’attrazione che provavo per quella copertina, mi avrebbe negato l’acquisto.
Così, preso da un’adrenalinica foga di possesso, scambia lo scontrino con quello di un disco vicino che era praticamente regalato e andai da mia madre, trotterellando felice chiedendole di comprarmi quel vinile che tanto ambivo.
Volevo aprirlo per capire meglio che cosa fosse quel nasone che proseguiva sul retro della copertina, dove tre cerchi nell’acqua mi confondevano ancor più.
Mia madre, visto il prezzo risibile, acconsentì e lo infilò nel carrello.
Passai 5 minuti di terrore alla cassa, temendo che la commessa potesse accorgersi del prezzo modificato, ma non accadde e me ne uscii con Meddle sotto braccio, felice e sempre più curioso di vedere quella copertina nella sua interezza.
Non sapevo chi fossero i Pink Floyd e quando scartai il vinile e li vidi all’interno del disco, rimasi molto colpito da quella foto in bianco e nero, soprattutto dagli sguardi rassicuranti di quei quattro ragazzi e dal sorriso sornione di quello con la barba.
Quando aprii la copertina e mi trovai davanti un orecchio immerso nell’acqua rimasi colpito dalla genialità del concept.
Arrivato a casa non ascoltai neppure il disco e lo feci diversi anni dopo.
E fu uno di quei momenti in cui mi si aprì la mente e capii cosa mi sarebbe piaciuto fare nella vita: suonare e creare opere grafiche… magick!!